mercoledì 27 gennaio 2010

La NASA lancia Puffin: il primo elicottero da indossare

É super-silenzioso e vola alla 480 Km/h, il velivolo elettrico progettato dalla Nasa che può trasportare un uomo a 250 chilometri l’ora. Si chiama "Puffin", somiglia ad una tuta da volo o ad un jet pack, con una cabina di guida dove il pilota è in posizione prona, alla maniera di superman, come è possibile vedere nel video della nostra rubrica videobox.
Quando è a terra, Puffin si regge in piedi con le sue quattro "zampe", che in fase di atterraggio si aprono fungendo da carrello. Poi, al momento del decollo si trasforma: gli arti si chiudono, i flap si aprono e l’aircraft si alza in volo verticalmente come uno Shuttle, per poi inclinarsi in orizzontale una volta in quota.
Piccolo, alto solo 3,7 metri con 4,1 metri di apertura alare, è progettato con materiali compositi in fibra di carbonio e pesa solo 135 chilogrammi, esclusi i 45 kg di batterie al fosfato di litio ricaricabili che forniscono (per adesso) un’autonomia di 80 km. I ricercatori della Nasa sperano, infatti, di triplicare l’autonomia della batteria nei prossimi cinque-sette anni.
Il velivolo è mosso da due motori elettrici efficienti al 95%, che se pur piccoli, generano una spinta sufficiente a sollevare una persona. Ecologico, dunque, con i motori che garantiscono l’assenza di emissioni nocive e anche la silenziosità del volo: produrrà un rumore di appena 50 decibel.
Pensati in origine per decollare dai sottomarini dell’esercito americano, i Puffin militari saranno pressoché indistruttibili: “La prossima generazione di Puffin potrebbe avere più di una coppia di propulsori, in modo che l’aereo possa resistere anche nel caso un motore sia messo ko” ha detto Mark Moore, coordinatore del progetto presso il Langlay Research Center della Nasa.
A marzo vedremo il primo Puffin in scala uno a tre, e se tutto andrà bene, la progettazione continuerà. E già si fantastica su una sua commercializzazione di massa.

mercoledì 13 gennaio 2010

Quanto devi correre per stare bene

Nuove ricerche precisano gli effetti preventivi sul cuore, sulle ossa e sulla linea. Calcolata la distanz che ci separa dai reali benefici.
Correre per meno 15 chilometri alla settimana, è fatica sprecata: l'attività fisica è troppo blanda per attivare meccanismi di protezione contro l'arteriosclerosi e altre malattie del cuore. Se, però, la distanza percorsa raddoppia - per intenderci: se ci si impegna a correre per un'ora, tre volte la settimana - nel sangue si avvia una piccola rivoluzione: il colesterolo "cattivo" diminuisce a favore di quello buono, la pressione del sangue si abbassa (dopo poche settimane di corsa praticata con regolarità, la pressione si riduce di circa 10 millimetri di mercurio), cala anche la glicemia e, soprattutto, l'accumulo di grassi nelle arterie si arresta. In pratica, arteriosclerosi e rischio d’infarto si riducono. Se poi l'impegno aumenta e la distanza percorsa diventa di circa 75 km alla settimana - ovvero, circa un’ora di corsa ogni giorno - il rischio di disturbi cardiaci e circolatori è addirittura dimezzato. A tali conclusioni sono giunti recenti studi, effettuati dal Center for Healh Promotion and Education di Atlanta. E questi dati, opportunamente incrociati con quelli di precedenti studi, porterebbero, secondo alcuni ricercatori, ad ulteriori calcoli, piuttosto singolari: ogni minuto della vita trascorso correndo ne aggiungerebbe altri tre al tempo che resta da vivere. Altrettanto interessanti sono i risultati di studi effettuati oltreoceano che evidenziano quanto la corsa possa prevenire e combattere in modo efficace l'osteoporosi, la malattia degenerativa che colpisce soprattutto le donne dopo la menopausa, rendendo le loro ossa più deboli e, di conseguenza, maggiormente soggette a fratture. Ebbene, la resistenza delle ossa delle donne che hanno sempre corso risulta, rispetto a quella delle donne sedentarie, maggiore del quaranta per cento. Un valore davvero considerevole. Di fatto, buona parte delle donne affette da osteoporosi da lieve a discreta, sarebbe sana se nella vita avesse sempre praticato la corsa. Allora, con l’arrivo della bella stagione, farebbe bene a tutti - dopo aver consultato il proprio medico per escludere controindicazioni particolari - calzare scarpe adatte e abbigliamento confortevole, per muovere qualche passo in più.
Ma la corsa serve anche a dimagrire? Sì, a patto di sapere che i chili persi correndo possono essere di tre tipi: reali, falsi e, purtroppo, anche pericolosi. Quelli reali, i più difficili da eliminare, sono gli unici costituiti dai grassi in eccesso. In ogni chilometro percorso vengono bruciate circa 70 calorie. Considerando che ciascun grammo di grasso corrisponde a 9 calorie, la perdita reale di peso per ogni chilometro è di soli 7,7 grammi. Poco, in verità. Come mai, allora, dopo un’ora di corsa, specie se la temperatura è elevata, i chili persi possono essere anche due o tre? Si tratta di chili falsi, derivanti dall'acqua persa con il sudore e dalla combustione di un paio di etti dei carboidrati contenuti nei muscoli sotto forma di glicogeno. In tutto, circa 8 etti, che si recuperano immediatamente con un'abbondante bevuta e spesso con un irrefrenabile (e inopportuno) appetito. Per fortuna, se la corsa viene praticata con regolarità - diciamo per un'ora, tre volte la settimana - già dopo un mese il peso corporeo diminuisce, mantenendo questa tendenza. Il desiderato obiettivo viene, infatti, raggiunto grazie all'intervento del cervello, che regola i centri della sazietà e grazie all’aumento di reazioni metaboliche aventi lo scopo, quantomeno in apparenza, di bruciare i grassi superflui. Arriviamo, infine, ai chili pericolosi: sono quelli persi da chi è già esageratamente magro ed è costretto quindi, per riuscire a correre, a bruciare le proteine dei muscoli. Un rischio cui devono prestare attenzione soprattutto gli atleti.

Gli effetti sull'organismo Su cervello, cuore, vasi, apparato digerente e ossa


CERVELLO - La corsa promuove a livello cerebrale la produzione di endorfine, sostanze che, dando sensazioni simili a quelle indotte dalla morfina, provocano un innalzamento della soglia del dolore, riducono gli effetti negativi della tensione nervosa e, di conseguenza, migliorano il tono dell'umore

CUORE - La corsa migliora l’efficienza della circolazione e del cuore. Durante l’esercizio fisico, infatti, entrano in circolo sostanze che hanno un’azione di dilatazione dei vasi, quali l’adrenalina e la noradrenalina. Di conseguenza diminuisce la resistenza che il sangue incontra nei vasi, con l’effetto di un abbassamento della pressione

APPARATO DIGERENTE - Correndo si regolarizzano le funzioni dell’apparato digerente, anche perché con un’attività fisica costante il centro cerebrale della fame tende ad equilibrarsi, con la conseguente richiesta di una migliore qualità di cibo a discapito di una sua maggiore quantità

OSSA- Correre con regolarità si è dimostrato un utile esercizio per contrastare la riduzione dei minerali delle ossa con la conseguente fragilità, fenomeno che inizia a manifestarsi, soprattutto nelle donne, tra i 35 e i 40 anni e che raggiunge il picco durante a menopausa

VASI SANGUIGNI - Per far fronte all'aumentato fabbisogno di ossigeno richiesto dai muscoli, i vasi sanguigni, soprattutto quelli periferici, si allargano e si sviluppano, dando origine a nuove reti. Migliorando la circolazione la corsa è anche nemica della cellulite

Fonte: Articoli del Corriere della Sera di aprile 2006

sabato 9 gennaio 2010

Scarpe stagione 2009/2010

Ciao a tutti oggi vi presento le mie nuove scarpe per la stagione 2009/2010.
Quelle che vedete qui a destra sono le Mizuno Wave Mustang 6 che usavo nella stagione scorsa e che terrò principalmente per gli allenamenti. Queste scarpe hanno fatto il loro dovere e hanno sotto le loro suole due corripavie del 2008 e del 2009 e tante altre belle corse che non dimenticherò mai.
Ma veniamo ai nuovi acquisti di quest'anno.


Queste che potete ammirare in tutto il loro splendore qui a sinistra sono le Asics Gel Nimbus 11, scarpe da running su strada che mi dovranno aiutare ad affrontare varie corse, il campionato UISP e FIDAL di quest'anno con le mezzemaratone della Scarpa d'oro 2010 di Vigevano e la Corripavia 2010. Ho già fatto un paio di allenamenti di prova e al primo utilizzo si nota che rispetto alle Mizuno sono molto più ammortizzate e la linguetta superiore più cicciottella sembra positiva in quanto il piede viene fasciato meglio dalla scarpa.


 Ed ora veniamo all'acquisto per eccellenza che potete vedere qui a destra, le mie prime scarpe chiodate. Sono le Mizuno Wave Kaze 5. Non le ho ancora provate,ma essendo la prima volta che uso delle scarpe chiodate ho pochi commenti da fare, l'unica cosa è che il tallone è molto più ammortizzato delle altre scarpe chiodate.
Queste scarpe le userò per le campestri, la prima loro apparizione avverrà il 31 gennaio alla Campestre della Merla di Sannazzaro, terza gara del campionato UISP. Intanto fino ad allora dovrò fare qualche allenamento di prova.
Molto probabilmente userò queste scarpe anche in pista.
Purtoppo in questi mesi invernali la neve, il freddo (non sono ancora molto bravo nelle corse sottozero) e la mia impreparazione nel correre le campestri non mi hanno consentito di partecipare a  molte gare.

Le prossime a cui cercherò di partecipare saranno la corsa libera del 17 gennaio a Zinasco Vecchio e il 31 gennaio la campestre della Merla di Sannazzaro.