mercoledì 13 gennaio 2010

Quanto devi correre per stare bene

Nuove ricerche precisano gli effetti preventivi sul cuore, sulle ossa e sulla linea. Calcolata la distanz che ci separa dai reali benefici.
Correre per meno 15 chilometri alla settimana, è fatica sprecata: l'attività fisica è troppo blanda per attivare meccanismi di protezione contro l'arteriosclerosi e altre malattie del cuore. Se, però, la distanza percorsa raddoppia - per intenderci: se ci si impegna a correre per un'ora, tre volte la settimana - nel sangue si avvia una piccola rivoluzione: il colesterolo "cattivo" diminuisce a favore di quello buono, la pressione del sangue si abbassa (dopo poche settimane di corsa praticata con regolarità, la pressione si riduce di circa 10 millimetri di mercurio), cala anche la glicemia e, soprattutto, l'accumulo di grassi nelle arterie si arresta. In pratica, arteriosclerosi e rischio d’infarto si riducono. Se poi l'impegno aumenta e la distanza percorsa diventa di circa 75 km alla settimana - ovvero, circa un’ora di corsa ogni giorno - il rischio di disturbi cardiaci e circolatori è addirittura dimezzato. A tali conclusioni sono giunti recenti studi, effettuati dal Center for Healh Promotion and Education di Atlanta. E questi dati, opportunamente incrociati con quelli di precedenti studi, porterebbero, secondo alcuni ricercatori, ad ulteriori calcoli, piuttosto singolari: ogni minuto della vita trascorso correndo ne aggiungerebbe altri tre al tempo che resta da vivere. Altrettanto interessanti sono i risultati di studi effettuati oltreoceano che evidenziano quanto la corsa possa prevenire e combattere in modo efficace l'osteoporosi, la malattia degenerativa che colpisce soprattutto le donne dopo la menopausa, rendendo le loro ossa più deboli e, di conseguenza, maggiormente soggette a fratture. Ebbene, la resistenza delle ossa delle donne che hanno sempre corso risulta, rispetto a quella delle donne sedentarie, maggiore del quaranta per cento. Un valore davvero considerevole. Di fatto, buona parte delle donne affette da osteoporosi da lieve a discreta, sarebbe sana se nella vita avesse sempre praticato la corsa. Allora, con l’arrivo della bella stagione, farebbe bene a tutti - dopo aver consultato il proprio medico per escludere controindicazioni particolari - calzare scarpe adatte e abbigliamento confortevole, per muovere qualche passo in più.
Ma la corsa serve anche a dimagrire? Sì, a patto di sapere che i chili persi correndo possono essere di tre tipi: reali, falsi e, purtroppo, anche pericolosi. Quelli reali, i più difficili da eliminare, sono gli unici costituiti dai grassi in eccesso. In ogni chilometro percorso vengono bruciate circa 70 calorie. Considerando che ciascun grammo di grasso corrisponde a 9 calorie, la perdita reale di peso per ogni chilometro è di soli 7,7 grammi. Poco, in verità. Come mai, allora, dopo un’ora di corsa, specie se la temperatura è elevata, i chili persi possono essere anche due o tre? Si tratta di chili falsi, derivanti dall'acqua persa con il sudore e dalla combustione di un paio di etti dei carboidrati contenuti nei muscoli sotto forma di glicogeno. In tutto, circa 8 etti, che si recuperano immediatamente con un'abbondante bevuta e spesso con un irrefrenabile (e inopportuno) appetito. Per fortuna, se la corsa viene praticata con regolarità - diciamo per un'ora, tre volte la settimana - già dopo un mese il peso corporeo diminuisce, mantenendo questa tendenza. Il desiderato obiettivo viene, infatti, raggiunto grazie all'intervento del cervello, che regola i centri della sazietà e grazie all’aumento di reazioni metaboliche aventi lo scopo, quantomeno in apparenza, di bruciare i grassi superflui. Arriviamo, infine, ai chili pericolosi: sono quelli persi da chi è già esageratamente magro ed è costretto quindi, per riuscire a correre, a bruciare le proteine dei muscoli. Un rischio cui devono prestare attenzione soprattutto gli atleti.

Gli effetti sull'organismo Su cervello, cuore, vasi, apparato digerente e ossa


CERVELLO - La corsa promuove a livello cerebrale la produzione di endorfine, sostanze che, dando sensazioni simili a quelle indotte dalla morfina, provocano un innalzamento della soglia del dolore, riducono gli effetti negativi della tensione nervosa e, di conseguenza, migliorano il tono dell'umore

CUORE - La corsa migliora l’efficienza della circolazione e del cuore. Durante l’esercizio fisico, infatti, entrano in circolo sostanze che hanno un’azione di dilatazione dei vasi, quali l’adrenalina e la noradrenalina. Di conseguenza diminuisce la resistenza che il sangue incontra nei vasi, con l’effetto di un abbassamento della pressione

APPARATO DIGERENTE - Correndo si regolarizzano le funzioni dell’apparato digerente, anche perché con un’attività fisica costante il centro cerebrale della fame tende ad equilibrarsi, con la conseguente richiesta di una migliore qualità di cibo a discapito di una sua maggiore quantità

OSSA- Correre con regolarità si è dimostrato un utile esercizio per contrastare la riduzione dei minerali delle ossa con la conseguente fragilità, fenomeno che inizia a manifestarsi, soprattutto nelle donne, tra i 35 e i 40 anni e che raggiunge il picco durante a menopausa

VASI SANGUIGNI - Per far fronte all'aumentato fabbisogno di ossigeno richiesto dai muscoli, i vasi sanguigni, soprattutto quelli periferici, si allargano e si sviluppano, dando origine a nuove reti. Migliorando la circolazione la corsa è anche nemica della cellulite

Fonte: Articoli del Corriere della Sera di aprile 2006

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